La Fondazione Vittorino Colombo nasce nel 1996, per occuparsi fin da subito delle carte del Senatore, che vengono dichiarate di notevole interesse storico il 21 ottobre 1999 da parte della Soprintendenza archivistica della Lombardia.
L’Archivio Vittorino Colombo costituisce il tabernacolo che conserva il sedime più profondo dell’eredità del Senatore, ma è anche un asset basilare che può essere collocato al centro della decennale attività della Fondazione.
Nel corso degli anni la Fondazione ha acquisito altri archivi di grande importanza, tra cui l’Archivio dei Comitati civici di Luigi Gedda, l’Archivio Marzotto Caotorta, l’Archivio dell’Istituto Italo cinese e l’Archivio della stessa Fondazione Vittorino Colombo, custode delle preziose carte relative alla quasi trentennale attività della Fondazione e di XXI edizioni del Premio internazionale Vittorino Colombo.
L’archivio come ponte ideale tra passato e futuro, ma anche tra i popoli, che si doti fin da subito, anche in vista dell’anniversario del prossimo anno, di solidi strumenti di comunicazione per testimoniare, crescere e diventare un punto di riferimento, grazie alla storia di Vittorino Colombo che unisce operosità brianzola, amore per la Cina e valori cristiani.
L’Archivio Luigi Gedda, prevalentemente relativo all’attività dei Comitati Civici, è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le attività Culturali come archivio di notevole interesse storico il 24 ottobre 2003.
Il fondo, consiste in circa 500 faldoni, al momento in attesa di riordino e inventariazione.
Luigi Gedda (1902 – 2000), medico e uomo politico italiano; insegnò dapprima (1945) psicologia sperimentale e poi (1960-72) genetica medica all’Università di Roma. Si occupò in particolare di gemellologia (Studio dei gemelli, 1951), talvolta con esiti controversi. Promotore (1948) dei Comitati civici, in vista delle decisive elezioni del 18 aprile 1948, Gedda organizzò la propaganda elettorale democristiana, creando due mesi prima delle elezioni in ogni diocesi gruppi di sostenitori incaricati di mobilitare gli elettori cattolici, noti come “Comitati Civici”; fu presidente dei Giovani (1934-46) e degli Uomini (1946-51) di Azione Cattolica, organizzazione della quale fu anche presidente generale (1951-58). Nel 1952 iniziò la pubblicazione della rivista Acta geneticae medicae et gemellologiae, di cui assunse la direzione. Nel 1953 fondò l’Istituto G. Mendel di genetica medica e gemellologia.
Il fondo, consiste in circa 20 faldoni (3 metri lineari), al momento in attesa di riordino e inventariazione.
Antonio Marzotto Caotorta (1917 – 2011), figlio di Alessandro Marzotto Caotorta, nacque a Firenze da una famiglia nobile di origine vicentina. Laureato in Giurisprudenza e Scienze politiche e fu allievo e amico di Giorgio La Pira. Ufficiale degli Apini, durante la seconda guerra mondiale combatté sul fronte albanese; rimasto ferito, in seguito fu insignito della medaglia d’argento al Valor militare.
Dal 1947 al 1958 fu a capo dell’azienda di famiglia. Dal 1958 al 1972 ricoprì la carica di direttore del personale per Osram, CGE (di cui fondò il giornale aziendale) e Breda Finanziaria e per questo, nel 1959, si trasferì a Milano, città a cui resterà legato per il resto della vita.
Fu impegnato anche nell’ambito dei trasporti pubblici come presidente della Federtrasporti e vicepresidente dell’UITP. Fu fondatore della rivista Trasporti pubblici che diresse sino al 1992.
Fu deputato della Democrazia cristiana dal 1972 al 1979 (per tre legislature), occupandosi principalmente di trasporti. Dal 1983 al 1990 fu presidente dell’AIART.
Risale al 17 marzo 1971 la costituzione dell’Istituto Italo Cinese per gli scambi economici e culturali per volontà del Presidente Vittorino Colombo.
L’allora Ministro degli Esteri avvertì la necessità di integrare la normale attività diplomatica con un’azione specifica per la promozione dei rapporti tra i due paesi. Incaricò, perciò, Vittorino Colombo di sviluppare tale azione, affidandogli una sorta di investitura ufficiosa da parte del governo e dei partiti di maggioranza, che di fatto gli garantì per molti anni un singolare “monopolio” nelle relazioni tra l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese.
Colombo credette profondamente alla missione che gli era stata affidata – fondò l’Istituto Italo Cinese accanto alla già esistente Camera di Commercio che rilanciò – diventando il pioniere di nuovi rapporti tra i due paesi e contribuendo ad aprire una breccia nel “muro di bambù” che teneva separata la Cina dal resto del mondo.
Dopo la scomparsa del Presidente (4 giugno 1996), l’Istituto è diventato Istituto Vittorino Colombo per lo sviluppo delle relazioni culturali, economiche e politiche con la Repubblica Popolare Cinese, brevemente indicato come Istituto Italo Cinese.
Un impegno, ideologico e operativo, che l’Istituto ha fedelmente mantenuto in tanti anni, con molteplici iniziative e con intensi rapporti di collaborazione tra i due Popoli e le due Nazioni.
La Fondazione conserva copia degli atti dell’Istituto dalla Fondazione alla scomparsa di Vittorino.
L’Archivio ha consistenza di circa 5 metri lineari e non è inventariato.